D M 27 giugno 1995, n. 226 – Istruzione – Cultura – Sport

Decreto Ministeriale

Nuovi programmi corsi di specializzazione ex D.P.R. 970/75

D M 27 giugno 1995, n. 226.

Nuovi programmi corsi di specializzazione ex D.P.R. 970/75.

Ai sensi e per gli effetti delle norme citate in premessa, sono approvati i nuovi programmi contenuti nell’all. A al presente decreto, del quale costituiscono parte integrante, unitamente alla prefazione ed alla presentazione degli stessi, per lo svolgimento dei corsi di specializzazione per la formazione di insegnanti preposti ad attività di sostegno ai fini dell’integrazione di alunni in situazione di handicap nelle scuole di ogni ordine e grado. I presenti programmi sostituiscono integralmente i precedenti.
Il presente decreto sarà sottoposto al controllo di legge.
ALLEGATO A
Nuovi programmi corsi biennali di specializzazione (ex D.P.R. n. 970/75)
I – PREFAZIONE
Con D.M. del 9 novembre 1993 è stato avviato il riordinamento dei programmi fissati con i DD.MM. del 24 aprile 1986 e del 14 giugno 1988, per le modifiche e le integrazioni necessarie sia in riferimento ai contenuti delle aree informativa e formativa, sia in relazione agli aspetti applicativi degli stessi programmi e ciò per le seguenti considerazioni:
– la sentenza della Corte costituzionale del 5 giugno 1987, n. 215, e la legge 5 febbraio 1992, n. 104, nel confermare il diritto all’integrazione scolastica degli alunni in situazione di handicap a causa di minorazioni psicofisiche nella scuola materna e dell’obbligo, estendono tale diritto anche alla scuola secondaria di secondo grado e richiedono un più articolato ed efficace intervento formativo degli insegnanti destinati ad attività di sostegno, in un quadro sistemico di riferimento anche interistituzionale;
– i preesistenti programmi, di cui ai DD.MM. 24 aprile 1986 e 14 giugno 1988, in quanto anteriori all’entrata in vigore della legge 5 febbraio 1992, n. 104, risultano non del tutto coerenti con i principi e le modalità applicative richiamati da tale legge, nonché dalla sopra richiamata sentenza della Corte costituzionale, esigendo, conseguentemente, una revisione ed un adeguamento;
– un adeguamento dei programmi stessi si pone, inoltre, come conseguenza delle innovazioni intervenute in questi ultimi anni, in campo legislativo ed in ambito pedagogico-didattico, nonché delle nuove prospettive anche di carattere organizzativo ed amministrativo -in particolare l’autonomia scolastica- nel più ampio quadro della riforma del sistema scolastico;
– i risultati di un costante monitoraggio statistico sul fenomeno della presenza, nei vari ordini e gradi di scuola, di una varietà di casi di alunni in situazione di handicap hanno concordemente evidenziato l’emergere di diversi bisogni formativi dell’insegnante destinato alle attività di sostegno.
I programmi sono stati definiti sulla base di una preliminare ampia consultazione che ha fatto emergere la necessità e l’opportunità di:
a) offrire una risposta, in tempi brevi, alle attese di formazione dei docenti nelle more dell’attuazione dell’art. 14 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, relativo alla formazione universitaria degli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado, in particolare per le attività di sostegno all’integrazione scolastica di alunni in situazione di handicap;
b) elaborare curricoli che, pur caratterizzati da un impianto unitario, offrano ai docenti la possibilità di conseguire una preparazione diversificata in rapporto agli ordini e ai gradi di scuola;
c) prevedere un impianto disciplinare globale che possa essere modularizzato e diversificato, in rapporto alla diversa preparazione di base dei corsisti, nonché agli eventuali crediti formativi dagli stessi vantati ed eventualmente riconosciuti;
d) prevedere una strutturazione dei corsi finalizzata alla formazione in servizio, periodica e programmata, per tutti i docenti.
Il riordino dei programmi, infine, è stato suggerito dall’avvertita esigenza di:
– garantire all’insegnante assegnato alle attività di sostegno l’acquisizione di competenze relazionali, disciplinari e soprattutto metodologiche, nonché di conoscenze generali relative alle situazioni di handicap;
– far emergere con chiarezza il legame tra contenuti e metodo, da cui, pertanto, possa conseguire una perfetta saldatura tra esigenze culturali e capacità operative, tra contenuti teorici ed aspetti applicativi.
II – PRESENTAZIONE DEI NUOVI PROGRAMMI
Nel redigere i presenti programmi, si è operato facendo una netta distinzione fra:
a) momento di impostazione e attuazione della formazione iniziale del docente e
b) momento destinato alla formazione ricorrente e in servizio, all’aggiornamento e riqualificazione del personale docente stesso, con particolare riguardo a quello con esperienza didattica ormai consolidata nella scuola di Stato.
La L. n. 341/1990 e, per l’handicap, le L. 104/1992 hanno, com’è noto, demandato la formazione iniziale di cui al punto a) alle università. In attesa che tale normativa trovi compiuta attuazione, i programmi intendono porsi un duplice obiettivo: sopperire alla mancata attuazione della formazione universitaria a carattere iniziale ed elaborare nel contempo un progetto formativo articolato modularmente, che risulti fruibile anche in un disegno di formazione e di qualificazione successivo.
Quanto sopra, in rapporto ai seguenti punti di riferimento.
1 – Nuove prospettive per la funzione di docente specializzato
L’azione finalizzata alla integrazione scolastica dei soggetti in situazione di handicap deve impegnare la struttura sociale nel suo complesso, più specificatamente tutto il sistema scolastico, e non più solamente alcuni operatori di esso. Resta senza dubbio essenziale ed insopprimibile, allo stato dei bisogni e della normativa, la figura del docente “specialista” quale risorsa della scuola e nella scuola, ma la risposta all’esigenza di integrazione non può più esaurirsi nè quindi limitarsi alla formazione di personale “specializzato”, evidenziandosi invece inderogabile la necessità che tutto il personale scolastico sia riqualificato in funzione della messa in atto di strategie e di tecniche che consentano di realizzare una piena ed effettiva integrazione scolastica.
2 – Progetto ricorrente di aggiornamento e/o riqualificazione
Conseguentemente, si è operato nell’ottica di costruire un programma che consenta la realizzazione di un sistema coordinato di corsi per la qualificazione del personale docente che dovrà svolgere attività di sostegno all’integrazione scolastica degli alunni in situazione di handicap e per iniziative di aggiornamento per tutto il personale in servizio:
1) a cui gradualmente possano accedere tutti i docenti in servizio e
2) che, in prospettiva, possa trasformarsi in un sistema di aggiornamento permanente e ricorrente.
3 – Valorizzazione dell’esperienza professionale
I programmi sono stati elaborati, pertanto, in funzione di una azione di aggiornamento ricorrente dei docenti in servizio di ruolo, nell’intento di mettere l’intero sistema scolastico ed i suoi operatori in condizione di rispondere correttamente ed adeguatamente ai bisogni speciali di educazione in cui si concretizza una vera azione di integrazione scolastica.
Nel redigere i programmi è stata tenuta presente in particolare la formazione iniziale posseduta dal docente di ruolo nelle scuole statali, nonché la presenza di esperienze professionali già consolidate.
4 – Modularità e crediti formativi
Nel disegnare i programmi sono stati considerati altri due elementi:
a) la presenza, all’interno dei corsi, di docenti con formazione iniziale fortemente differenziata;
b) la diversità delle esigenze in relazione alle distinte aree territoriali del Paese.
Questi elementi hanno indotto la commissione a tener conto, nella formulazione dei programmi, della necessità di:
1. riconoscere -con modalità efficaci e controllabili- le pregresse acquisizioni formative cioè “i crediti formativi” dei candidati. Nei programmi, pertanto, per alcune parti, indicate in modo circostanziato, è prevista la possibilità di fruire di crediti formativi accertati;
2. rendere possibile la costruzione di programmi modulari che consentano, ai singoli uffici scolastici provinciali, e limitatamente al personale docente di ruolo, anche la realizzazione di parte dell’intero disegno del corso, senza conseguimento di titolo di specializzazione, al fine di rispondere ad esigenze specifiche di precisi ambiti territoriali o di parti del sistema scolastico;
3. riconoscere, altresì, la frequenza di uno o più moduli, unitamente alla certificazione sulla valutazione conseguita, quale formale credito formativo, qualora si voglia completare il corso con la frequenza dei rimanenti moduli al fine di potere conseguire il titolo di docente specializzato per le attività di sostegno.
III – PREMESSA AI PROGRAMMI
1. Generalità
Questi programmi vedono la luce al termine di una trentennale azione ed esperienza di integrazione scolastica che, nata in forma spontanea nella scuola elementare, approda ora nella scuola secondaria superiore, interessando quindi tutti i segmenti del curricolo scolastico.
I doveri e la prassi della “integrazione scolastica” si trova oggi a rapportarsi con ordini e gradi di scuola caratterizzati da programmi ed assetti organizzativi molto diversi fra loro, in un continuo processo di innovazione ordinamentale, programmatico e metodologico.
I problemi operativi posti da una attività educativa e di istruzione volta alla integrazione investono pertanto, nella scuola dell’autonomia, l’intero sistema scolastico.
Pare compito di questo decennio dare risposta all’esigenza di:
– adeguare le procedure e le prassi della integrazione scolastica ai programmi e ai diversi assetti organizzativi che caratterizzano vari ordini e gradi del sistema scolastico;
– raccordare obiettivi e metodi, per equilibrare l’azione integrativa con quella assertiva nella prassi di educazione e di istruzione della scuola.
Posto che l’impegno dell’azione di integrazione è compito di tutti gli operatori del sistema scolastico, deve necessariamente realizzarsi una azione di riqualificazione e di formazione continua di tutti i docenti.
Quanto sopra, evidentemente, non potrà che realizzarsi con gradualità e processualità. Per il sistema scolastico si è evidenziata la necessità di figure specialistiche, ma esse non debbono essere fonte di “”separatezza”. Separatezza, è bene ricordarlo, che mina alle fondamenta l’azione volta ad ottenere integrazione e non segregazione o mera tolleranza di presenza.
A questo proposito appare opportuno, infatti, sottolineare come l’esercizio della azione professionale-docente, da parte dell’insegnante che ha frequentato il corso, non possa in alcun modo essere sostitutiva di quella normalmente esercitata dai colleghi, ma debba essere invece una sorta di supporto, destinato ad evidenziare ai colleghi stessi i nodi metodologici e didattico-disciplinari in cui più si inceppa l’azione di educazione ed istruzione nei confronti di soggetti in situazione di handicap.
Alla individuazione ed evidenziazione di nodi, seguirà poi un lavoro congiunto di ricerca delle strategie e delle tecniche (anche in ambito disciplinare) per sciogliere o recidere i nodi stessi.
Non pare assolutamente possibile ipotizzare soluzioni di delega per il superamento delle difficoltà, bensì appare molto importante che le risorse di docenza aggiuntive e specializzate (i cosiddetti insegnanti di sostegno) possano essere spese per un lavoro di collaborazione sia sul piano della progettualità e della programmazione dell’azione scolastica che sul piano della realizzazione operativa del progetto stesso.
Pare utile sottolineare, inoltre, che le risorse di docenza aggiunte, ben lungi da costituire un patrimonio di esperti nel “del disciplinare o della didattica”, di fatto si connotano come un arricchimento delle potenzialità per individuare e definire tratti essenziali, per circoscrivere problemi, per progettare e definire ipotesi di soluzione degli stessi e per migliorare il tessuto relazionale del sistema.
In buona sostanza, questo arricchimento della potenzialità della funzione docente dovrebbe riuscire a garantire, in ogni ordine e grado di scuola, il necessario equilibrio fra “momento educativo” e “momento di istruzione”, attraverso la costruzione di un efficace ambiente educativo in cui le corrette ed equilibrate relazioni interpersonali mai vengono ad essere compresse o sacrificate al mito dello standard o della norma.
Le risorse di sostegno aggiuntive, inoltre, potranno essere utili per individuare gli specifici bisogni personali dei soggetti in difficoltà, sia in riferimento alla minorazione che li ha colpiti che in ordine alle modalità del vissuto individuale degli impedimenti conseguenti.
Le stesse risorse, poi, dovrebbero assolvere al compito di facilitare i rapporti e le relazioni fra operatori, tanto all’interno del sistema scolastico quanto al di fuori dello stesso (famiglia, altre agenzie educative, USL, etc.).
In sintesi, il docente che si dedicherà al lavoro di sostegno dovrà
– possedere la capacità di individuare e circostanziare i problemi;
– provvedere ad affinare la propria funzione docente;
– conseguire approfondite abilità sul piano relazionale.
2 – Finalità ed obiettivi dei corsi di specializzazione
I programmi dei corsi di specializzazione intendono promuovere un percorso formativo in grado di porre i docenti nelle condizioni di sapere riconoscere, affrontare e risolvere i più comuni problemi di insegnamento posti dalla diversità che caratterizza i modi di relazionarsi con ciascuno degli allievi e degli allievi fra di loro.
Nell’ambito dell’attenzione rivolta alle differenze individuali, che si ritiene debba costituire una connotazione tipica dei sistemi scolastici più evoluti, il modello di corso qui elaborato mira a fornire una attualizzata professionalità per ciò che concerne la trattazione educativo-didattica di problemi connessi con le situazioni di handicap conseguenti a disabilità, minorazioni o stati psicofisici di svantaggio di alcuni alunni. Questa ottica implica il conseguimento di una preparazione culturale e professionale più avanzata.
Tale preparazione -che considera il rispetto della diversità come presupposto di garanzia del diritto allo studio di ciascun cittadino- deve comunque appartenere a qualsiasi docente.
Data la necessaria prospettiva di diffusione generalizzata di questo obiettivo, il termine specializzazione è motivato dalle considerazioni teoriche sopra espresse e trova giustificazione nelle attuali condizioni giuridico-formali, che vedono la completa assunzione della formazione iniziale degli insegnanti da parte dell’università
In altre parole, i traguardi finali di formazione generale, attesi dagli sviluppi del corso, dovranno progressivamente, ed in tempi brevi, interessare tutti i docenti, indipendentemente dalle attribuzioni loro spettanti, dalle discipline loro affidate, dall’ordine di scuola, dal maggiore o minore coinvolgimento nella gestione di specifiche situazioni di handicap, dal tipo di minorazione o di disabilità degli alunni.
Sulle stesse basi si disegna la struttura innovativa del corso, caratterizzata da blocchi disciplinari aperti e flessibili, in grado di adattarsi e corrispondere alle specifiche esigenze formative dei singoli docenti, secondo i gradi ed i campi di formazione e di approfondimento individuati nel processo di formazione permanente di ciascun insegnante, nonché in relazione alle periodiche necessità di aggiornamento.
Il percorso formativo trova la sua espressione più ricca nella relazione interdisciplinare, assumendosi come imprescindibile la concorrenza di più contributi nella costruzione e nella appropriazione di una coerente ed efficace professionalità docente.
Il progetto di corso -anche mediante una impostazione organizzativa che ne rende visibile la filosofia di fondo- intende mantenere preminente il senso di una proposta formativa prioritariamente destinata ai docenti in servizio. Da questa impostazione derivano:
a) la pregnanza della componente operativa;
b) la previsione della possibilità di utilizzazione di crediti formativi da parte dei frequentanti.
La prima tipizzazione si pone anche come elemento distintivo rispetto alle competenze di approfondimento teorico e di ricerca sperimentale riconosciute alle istituzioni universitarie, cui spetta la titolarità dei corsi di specializzazione post-lauream.
Con la seconda caratterizzazione si vuole introdurre, come si è prima accennato, il criterio della sistematicità e della flessibilità nella formazione e nell’aggiornamento permanente degli insegnanti, insieme con il principio della riconoscibilità degli esiti dei momenti individuali di studio e di aggiornamento, i quali andrebbero altrimenti dispersi (dando luogo a costi sociali aggiuntivi nonché a processi di disincentivazione nelle persone interessate).
I nuovi programmi mirano, in definitiva, a rendere il più concretamente possibile e fattibile la personalizzazione del percorso formativo generale, sia sulla base della specifica formazione iniziale ed in itinere dei singoli docenti, sia in relazione a peculiari esperienze ed esigenze professionali, riconducibili tra l’altro ai diversi ordini di scuola, ai differenti interessi disciplinari, alle specifiche connotazioni e valenze epistemologiche che una stessa disciplina assume in relazione alle fasi evolutive degli alunni.
3 – Metodologia del corso
3.1. Ammissione al corso
Ogni corso non può avere più di 40 frequentanti. Le ammissioni alla frequenza dei singoli corsi, che saranno attivati sulla base delle esigenze espresse nel territorio di competenza e nel quadro di una progressiva azione di aggiornamento di tutto il personale di ruolo, vengono disciplinate mediante modalità di accesso che si fondano sulla valutazione oggettiva dei titoli professionali e culturali presentati dagli aspiranti.
3.2. Impostazione del corso
Il corso dovrà iniziare con una prima fase, durante la quale tutti i corsisti debbono essere messi in condizione di conoscere le finalità del lavoro che vanno ad intraprendere con la frequenza del corso stesso e prendere atto degli impegni personali e professionali che esso comporta.
In questa fase di conoscenza i corsisti avranno modo di valutare se sono in condizione di poter vantare crediti formativi o se il livello e le caratteristiche degli studi già compiuti e delle esperienze professionali maturate sia tale da far loro preferire una frequenza integrale del corso.
Questo momento conoscitivo dovrà realizzarsi in parte con prolusioni di carattere frontale impartite in forma intensiva ed andrà a collocarsi alla fine dell’anno scolastico precedente quello in cui si svolgerà il corso.
3.3. Valutazione e riconoscimento dei crediti formativi
La valutazione ed il riconoscimento dei crediti formativi vantati dai corsisti avrà luogo in una apposita seduta di esame, a cura di una commissione composta dai sei componenti il gruppo di conduzione del corso (vedi paragrafo successivo).
Il corsista dovrà infatti sostenere un colloquio con la commissione, concernente quella parte dei programmi per la quale chiede il riconoscimento del credito formativo.
3.4. Docenti del corso
Ogni corso avrà un gruppo di conduzione di sei persone costituito da:
– il direttore del corso;
– cinque, docenti, ciascuno dei quali responsabile di una delle aree del corso.
Il gruppo di conduzione del corso, inoltre, si avvarrà degli apporti di altri docenti esperti, i quali non potranno partecipare alle decisioni di impostazione e conduzione del corso stesso ma dovranno adeguare i propri apporti specialistici alla filosofia e al metodo che caratterizza il medesimo.
3.5. Metodologia di conduzione
Il corso, nel suo svolgersi e realizzarsi, deve dare un esempio concreto del concetto di integrazione, sia attraverso le modalità di lavoro attuate all’interno del gruppo di conduzione, sia attraverso le capacità dello stesso di integrare gli apporti specialistici esterni, nonché, infine, mediante la realizzazione di specifici momenti di insegnamento che potranno vedere anche lezioni integrate fra di loro.
Il corso prevede una alternanza di momenti caratterizzati da lezioni frontali con altri momenti impostati secondo il modello seminariale.
3.6. Esami e valutazione
Sono previste valutazioni in itinere e una valutazione finale.
Le valutazioni in itinere si collocano alla fine dei vari seminari (almeno un seminario per area disciplinare) e vengono redatte, per ciascun corsista, dal gruppo di conduzione del seminario, sia sulla base della modalità di partecipazione sia sulla scorta delle conoscenze che il corsista ha dimostrato di possedere.
Si ritiene, cioè, utile valutare la capacità di esercitare le conoscenze acquisite oltre che verificare la consistenza quantitativa di queste ultime.
Il corso si conclude con un esame finale di tesi per il quale viene assegnato uno specifico punteggio. La valutazione finale risulta dalla considerazione della media aritmetica delle valutazioni conseguite durante il corso, nonché dalla valutazione conseguita nell’esame finale.
Tale esame è basato su due riferimenti:
a) la raccolta delle elaborazioni e della documentazione relativa alla riflessione ed alla riorganizzazione della esperienza professionale;
b) un tema di approfondimento teorico a scelta del candidato, sul quale il candidato stesso presenterà un breve e significativo trattato in cui, oltre a dimostrare la completa padronanza dell’argomento scelto, ne evidenzi gli aspetti applicativi in ambito scolastico.
3.7. Le aree disciplinari
I singoli curricoli disciplinari sono raggruppati in cinque aree, ciascuna delle quali comprende le discipline a fianco elencate:
1. il quadro: legislazione, sociologia e pedagogia
2. il soggetto: psicologia e biologia
3. il metodo: i problemi di metodologia
4. i linguaggi: comunicazione non verbale, lingua, logica e matematica
5. la professionalità: rielaborazione dell’esperienza personale ed organizzazione delle competenze professionali.
Questo quinto filone, trasversale, andrà a sostituire le attività che nei precedenti programmi erano aggruppate sotto la dizione “dimensione operativa” e “tirocinio indiretto”.
Una schematizzazione potrebbe essere rappresentata come segue:
Il quadro
Legislazione
Sociologia
Pedagogia
Il soggetto
Psicologia
Biologia
Rielaborazione esperienze personali
Organizzazione competenze professionali
Il metodo
Problemi metodologici
I linguaggi
Lingua
Logica-matematica
Comunicazione non verbale
Lo schema precedente evidenzia le aree affidate ai cinque responsabili che, insieme al direttore del corso, compongono il “gruppo di conduzione” preposto a decidere in ordine all’andamento dell’intero sistema corsuale: detto gruppo dovrà procedere d’intesa alla stesura di un vero e proprio progetto pedagogico-culturale del corso. Come si evince dal prospetto, una parte di “riorganizzazione della esperienza professionale” (ex tirocinio) è di competenza di ciascun responsabile di area.
E’ evidente che al responsabile di area, il quale può anche insegnare una parte delle discipline raggruppate nella propria area, compete, soprattutto e prioritariamente, il lavoro di armonizzazione e di integrazione dei diversi contributi di insegnamento affidati ad esperti professionali non facenti parte del “gruppo di conduzione”. Analogamente, il direttore del corso potrà riservarsi una minima parte di docenza ma il suo impegno prioritario sarà di carattere organizzativo e gestionale dell’intero corso e, nella massima parte, di coordinamento e di integrazione delle attività di docenza svolte nelle cinque diverse aree. Il direttore, inoltre, vigilerà affinché ogni responsabile di area affronti secondo una metodologia concordata e decisa dal gruppo di conduzione anche la parte di “riorganizzazione della esperienza professionale” (ex tirocinio).
L’impianto disciplinare e l’articolazione del monte ore
Il quadro
Area disciplinare n. 1 (monte ore complessivo n. 250)
Legislazione primaria e secondaria riferita alla integrazione scolastica (monte ore 60 (di cui 6 per credito formativo)
Sociologia dell’educazione monte ore 100 (di cui 24 per credito formativo)
Pedagogia: teorie, sistemi e prassi dell’azione educativa intenzionale monte ore 90 (di cui 10 per credito formativo)
Il soggetto
Area disciplinare n. 2 (monte ore complessivo n. 200)
Psicologia dell’età evolutiva monte ore 100 (di cui 20 per credito formativo)
Discipline dell’area biologica monte ore 100 (di cui 20 per credito formativo)
Il metodo
Area disciplinare n. 3 (monte ore complessivo n. 120)
Metodologia e didattica generale monte ore 120 (di cui 00 per credito formativo)
I linguaggi
Area disciplinare n. 4 (monte ore complessivo n. 280)
Codici di comunicazione non verbale monte ore 80 (di cui 8 per credito formativo)
Codici comunicativi della educazione linguistica monte ore 100 (di cui 30 per credito formativo)
Codici del linguaggio logico e matematico monte ore 100 (di cui 16 per credito formativo)
La professionalità
Area disciplinare n. 5 (monte ore complessivo n. 300)
Rielaborazione della esperienza personale e organizzazione competenze professionali monte ore 300 (di cui 60 oppure 20 per credito formativo)
Durata dell’intero corso biennale:
monte ore complessivo n. 1.150 in due anni.
Crediti formativi esigibili:
– fino a un massimo di 194 ore (per i corsisti che hanno frequentato il corso relativo all’anno di formazione – L. 270/82)
– fino ad un massimo di 154 ore (per tutti gli altri corsisti).
Area disciplinare
Il quadro
Appartengono a questa area disciplinare:
– Legislazione primaria e secondaria riferita alla integrazione scolastica
– Sociologia dell’educazione
– Pedagogia:
teorie, sistemi e prassi dell’azione educativa intenzionale
Legislazione primaria e secondaria riferita alla integrazione scolastica
1. Scopo del curricolo
Scopo del curricolo non è solamente quello di mettere i corsisti in condizione di conoscere in modo chiaro ed approfondito le norme relative alla integrazione ma anche quello di capire, attraverso una lettura non solo cronologica di tali norme, anche la evoluzione della filosofia che ad esse presiede. Non potranno essere dimenticati i modelli applicativi delle diverse parti della norma e degli atti amministrativi che scaturiscono dall’applicazione della norma stessa.
Un corretto sviluppo del curricolo dovrebbe mettere in condizione di contestualizzare sul piano storico i problemi posti dal rapporto fra finalità del sistema -elaborate nell’ambito di pedagogia e sociologia- e differenze individuali, descritte e spiegate nell’ambito della psicologia e della biologia.
Non deve dimenticarsi che il corsista, in quanto docente, deve poter acquisire un habitus professionale che comprenda risposte in ordine a:
– che cosa si intenda per diversità ed uguaglianza;
– perché i soggetti diversi sono uguali (pari opportunità nell’esercizio dei diritti);
– quali sistemi di tutela della diversità abbia previsto il sistema statuale;
– quali procedure, giuridicamente stabilite, ovvero giuridicamente compatibili, concretizzano il trattamento delle diversità nella scuola.
Sarà utile, inoltre, che al corsista venga fornita di prima mano una precisa idea di quale sia il trattamento delle diversità nei sistemi scolastici dei diversi Paesi della Comunità europea.
2. Descrizione del curricolo
Analisi e studio dei presenti programmi (ore 4) e dell’assetto strutturale ed organizzativo del sorso.
* La norma – Cenni di teoria generale del diritto (ore 6) – Concetto di norma giuridica; gerarchia delle fonti; situazioni giuridiche soggettive; diritti soggettivi ed interessi legittimi; sedi istituzionali di tutela delle situazioni giuridiche soggettive e di controllo sulla azione amministrativa; giurisdizione ordinaria ed amministrativa; il concetto di norma in rapporto al concetto di sistema ed a quello di scienza dell’educazione.
La norma e la persona in difficoltà (ore 4) – Il percorso della normativa primaria e secondaria riguardante la persona in situazione di difficoltà prima della Costituzione repubblicana – Esame della evoluzione storica della normativa sull’integrazione scolastica – Descrizione del disegno normativo riferito alle persone in difficoltà e degli articoli della Costituzione dello Stato italiano riguardanti lo specifico delle pari opportunità nell’esercizio del diritto allo studio – La trasparenza nella pubblica amministrazione.
Il concetto di diritto all’educazione e allo studio (ore 4) – Il diritto all’educazione nella Dichiarazione universale dei diritti del minore – I diritti della famiglia dell’alunno – Il diritto all’educazione e allo studio nella Costituzione della Repubblica italiana: la centralità della persona nel sistema – Il diritto allo studio nelle principali pronunce della Corte costituzionale fino alla sentenza n. 215/87 – Aspetti e problemi della responsabilità individuale e collegiale degli operatori scolastici.
Le principali norme italiane del diritto positivo vigente (ore 14) – Esame analitico e sistematico della norma primaria e secondaria secondo la seguente articolazione:
a) la normativa fino al 1986: L. 118/71 – D.P.R. 970/75 – C.M. 227/75 – L. 360/76 – L. 517/77 – L. 270/82 – C.M. 258/83 – L. 326/85 e D.M. 24 aprile 1986 (anche nei risvolti operativi)
b) la normativa fino al 1991: Sentenza Corte costituzionale n. 215/87 – C.M. 262/88 – legislazione regionale (regione sede di corso e limitrofe) sul diritto allo studio delle persone in situazione di handicap
c) la legge quadro ed i riferimenti legislativi e normativi interistituzionali concernenti gli enti locali ed U.S.L.: L. 104/92 – D.M. 9 luglio 1992 – D.L.vo 616/77 – L. 142/90 – L. 67/93 – D.P.R. 502/92 – D.P.R. 517/93 – L. 537/93 – D.P.R. 24 febbraio 1994 – D.M. 122/94
Esame analitico della legge 104/1992, della normativa secondaria di applicazione della legge stessa e degli atti amministrativi conseguenti: D.F. – P.D.F. – P.E.I. – G.L.I.S. – G.L.I.P. – G.d.L.H. (provveditoriale).
Le basi normative della scuola (ore 12) – Gli ordinamenti dei vari segmenti di scuola:
– gli orientamenti educativi per la scuola materna (parte riferita alle situazioni di handicap)
– i programmi ministeriali per la scuola elementare (parte come sopra)
– i programmi ministeriali per la scuola media di I grado (parte come sopra)
– le situazioni di handicap nella scuola secondaria superiore (le “performances” richieste e quelle possibili)
– la realizzazione di percorsi scolastici personalizzati.
Il problema della valutazione (ore 6) – Riflessi giuridici ed amministrativi nei diversi ordini e gradi di scuola – Il riconoscimento legale degli studi e la problematica giuridica della valutazione.
Normativa comparata in area comunitaria (ore 6) – L’educazione nei trattati, nelle direttive e nelle risoluzioni dell’Unione europea.
3. Quantificazione
In complesso l’ambito disciplinare impegna obbligatoriamente n. 60 ore di “lezione” da ripartirsi fra due anni.
La quantificazione oraria dei singoli temi che costituiscono il curricolo ha carattere indicativo del “peso didattico” di ciascun tema ma non costituisce vincolo ordinamentale.
4. Avvertenze metodologiche
Attraverso una modalità di insegnamento che escluda ogni carattere elencatorio e mnemonico, si deve tendere a fornire il necessario supporto culturale e giuridico all’azione educativo-sociale del corsista. E’ necessario, altresì, mettere il corsista in condizione di poter offrire a colleghi e a genitori una concreta ed operativa conoscenza delle norme tale da consentire di districarsi nella applicazione delle stesse anche in situazioni e frangenti complessi ed articolati. Sarà pertanto opportuno che nell’insegnamento si faccia largo uso di esemplificazioni, di prospettazione di casistica complessa e di esercitazioni.
Si ritiene utile ed opportuno che il gruppo di conduzione del corso elabori una dispensa specifica per questo ambito curricolare tale da consentire ad ogni corsista di poter disporre, per la fine del corso, di un vero e proprio volume raccogliente norme, collegamenti fra le stesse, semplificazioni applicative e modulistica
5. Permutabilità con crediti formativi
La parte barattabile con crediti formativi è contrassegnata da asterisco e complessivamente rappresenta il 10% circa dell’intero corpus disciplinare.
Sociologia dell’educazione
1. Scopo del curricolo
Scopo del curricolo è quello di consentire ai frequentanti il corso di acquisire le “necessarie informazioni e gli strumenti” indispensabili a comprendere che la scuola è un sistema strettamente interconnesso ed interagente con il più ampio sistema della società in cui è inserita.
Parimenti il corsista deve essere messo in condizione di leggere i fenomeni e le situazioni (anche individuali) in un’ottica sistemica vedendone le sue interrelazioni con i contesti in cui si realizzano.
Non è da dimenticare, inoltre, la necessità di sensibilizzare il corsista ad inquadrare anche i comportamenti dei singoli alunni nel sistema di interrelazioni con i coetanei, gli adulti, i modelli dei media e, in senso più ampio, con la cultura in cui è immerso.
Il corsista, poi, dovrà acquisire consapevolezza ed interrogativi riferiti a:
– i motivi della complessità dei processi formativi;
– i motivi della interconnessione tra occasioni formative diverse e tra queste e il mondo della comunicazione e della produzione;
– le caratteristiche strutturali e di funzionamento del sistema scolastico italiano e le loro motivazioni socio-politiche;
– le opportunità di conoscenza e di approfondimento offerte dalla ricerca sociale e dalla statistica.
Occorrerà, infine fornire al corsista abilità di base essenziali per consentirgli di reperire e trattare autonomamente dati relativi ad alcuni processi socio-scolastici.
2. Descrizione del curricolo
Metodi ed esempi della ricerca sociologica (ore 8), di quella sociale e della sociologia della ricerca – Sociologia e scuola – Nozioni di ricerca e di statistica sociale – I concetti di probabilità e previsione – Concetti di norma, moda, frequenza, ecc.
La teoria dei sistemi (ore 8) attraverso numerose esemplificazioni pratiche – Il concetto di micro e macro-sistema – Gli elementi del sistema – Tipologia dei sistemi – Sistemi naturali e sistemi costruiti dall’uomo – Le interrelazioni – La scuola come sistema.
La comunicazione umana (ore 12) – Sistema di comunicazione – Comunicazione, relazione e influenza dei modelli mass-mediali – Pragmatica della comunicazione umana – Alle applicazioni operative o esercitazioni pratiche dovranno essere destinate non meno di due terzi delle ore assegnate a questo tema.
Sociologia dei gruppi (ore 24) – Studio del gruppo – Lettura, interpretazione, analisi e intervento delle dinamiche dei gruppi – Sociologia della famiglia – Alle applicazioni operative dovranno essere destinate non meno di due terzi delle ore assegnate.
* La sociologia (ore 8) – Definizione – Metodi e classificazione – Indirizzi sociologici – Linee di storia della sociologia.
* Analisi degli indirizzi (ore 8) con particolare attenzione al periodo storico della sociologia del positivismo ed evoluzionismo.
* La sociologia applicata (ore 8) – Prospettive per la sociologia, sociologia giuridica – Sociologia economica – Sociologia politica – Sociologia demografica.
3. Quantificazione
In complesso l’ambito disciplinare impegna obbligatoriamente 100 ore di “lezione” da ripartirsi fra due anni.
L’ordine di esposizione dei vari temi non indica l’ordine temporale con cui gli stessi debbono essere affrontati.
La quantificazione oraria dei singoli temi che costituiscono il curricolo ha carattere indicativo del “peso didattico” di ciascun tema ma non costituisce vincolo ordinamentale.
4. Avvertenze metodologiche
Mentre la parte contrassegnata da asterisco, destinata a corsisti privi di conoscenze specifiche nella disciplina, può essere gestita con lezioni frontali di carattere accademico, il nucleo disciplinare obbligatorio dovrà invece essere gestito in modo tale che le esposizioni verbali vengano di volta in volta supportate da esempi, esercitazioni e riflessioni operative partecipate.
5. Permutabilità con crediti formativi
La parte opzionale è contrassegnata da asterischi e complessivamente rappresenta circa un terzo dell’intero corpus disciplinare.
Pedagogia: teorie, sistemi e prassi della azione educativa intenzionale
1. Scopo del curricolo
Il curricolo si prefigge di offrire al corsista l’occasione per riflettere in modo approfondito sulle caratteristiche della relazione educante sia come problema di rapporti finalizzati fra individui che come problema storico del passaggio fra una generazione e l’altra.
La riflessione dovrà
– colmare le deficienze di carattere teorico presenti nella formazione iniziale;
– affrontare il problema sintetizzabile nella questione “perchè si insegna”;
– concettualizzare in che cosa “consista l’insegnamento”;
– orientare decisamente in ordine ai bisogni educativi individuali ed, in particolare, approfondire il concetto di “bisogno educativo speciale”.
2. Descrizione del curricolo
Il processo educativo (ore 4) naturale ed, in modo particolareggiato, i fini dei processi educativi intenzionali e sistematici – Educazione ed istruzione.
Il contesto ambientale (ore 2) nel rapporto con educazione ed istruzione. I fattori del contesto ambientale che influenzano i rapporti educativi e più particolarmente di quei contesti – Famiglia ed agenzie educative non scolastiche chiamati a gestire situazioni di handicap.
La famiglia e le altre agenzie educative (ore 4) – Gli stili educativi nella famiglia e nella scuola e nelle altre agenzie.
La relazione educante (ore 4) – Insegnamento ed apprendimento come facce del più grande problema dello sviluppo e realizzazione della persona umana – Difficoltà di apprendimento e difficoltà di insegnamento – Il processo di apprendimento come risultante e catalizzatore dei processi di socializzazione – Il concetto di bisogno educativo speciale.
L’educazione come energia per lo sviluppo (ore 4) personale e sociale – Filogenesi e ontogenesi dei processi di acculturazione – Continuità e discontinuità necessarie nel processo educativo personale.
L’uso pedagogico dei dati informativi (ore 4) relativi all’alunno in situazione di handicap – Diagnosi medica e diagnosi funzionale – Il concetto di prevenzione e di intervento tempestivo e precoce.
I problemi educativi e quelli di apprendimento (ore 5) nell’alunno in situazione di handicap nelle diverse tappe evolutive e scolastiche – Il sostegno orientativo nelle scelte scolastiche e di vita per gli alunni in situazione di handicap.
Il rapporto tra tecnologie della istruzione (ore 4) ed i problemi educativi e di apprendimento del soggetto in situazione di handicap.
Implicazioni pedagogiche nel lavoro di educazione-istruzione con alunni in situazione di handicap (ore 50)
– per la disabilità nella sfera sensoriale per l’area uditiva e per l’area visiva (ore 10)
– per disabilità di carattere motorio-prassico (ore 5)
– per disabilità di carattere cognitivo e della sfera dell’apprendimento (ore 10)
– per disabilità di carattere affettivo-relazionale (ore 5)
– per disabilità di carattere linguistico (ore 5)
– per disabilità di carattere neuropsicologico (ore 5)
– per disabilità nella sfera dell’autonomia (ore 5)
– per disabilità di carattere comunicazionale (ore 5)
* Definizione di pedagogia (ore 5) – Connessioni fra pedagogia e filosofia – Confini fra pedagogia, psicologia e sociologia – Cenni di storia delle correnti pedagogiche e del pensiero degli autori più significativi.
* Pedagogia generale (ore 5) – Fini e fattori della educazione – Il concetto di persona e quello di diversità – Pedagogia e minorazione – Pedagogia e disabilità – Pedagogia e situazione di handicap e/o svantaggio.
3. Quantificazione
L’ambito disciplinare prevede obbligatoriamente 90 ore di “lezione” da ripartirsi fra due anni di corso.
La quantificazione oraria dei singoli temi che costituiscono il curricolo ha carattere indicativo del “peso didattico” di ciascun tema ma non costituisce vincolo ordinamentale.
4. Avvertenze metodologiche
Mentre la parte barattabile con crediti formativi, che, evidentemente è destinata a corsisti digiuni di cognizioni specifiche nella disciplina, può essere gestita con lezioni frontali di carattere accademico, il nucleo disciplinare non barattabile dovrà invece essere gestito in modo tale che le esposizioni verbali vengano di volta in volta supportate da esempi, esercitazioni e riflessioni partecipate di tipo operativo.
5. Permutabilità con crediti formativi
La parte per la quale si può fruire del riconoscimento di “crediti formativi” è contrassegnata da asterischi e complessivamente rappresenta circa il 10% dell’intero corpus disciplinare.
Area disciplinare
Il soggetto
Appartengono a questa area disciplinare:
– Psicologia dell’età evolutiva
– Discipline dell’area biologica
Psicologia dell’età evolutiva e problemi relativi a soggetti con bisogni educativi speciali
1. Scopo del curricolo
Il curricolo fornisce alcune conoscenze di base al momento assenti nella formazione iniziale, come quelle relative alla psicologia dello sviluppo.
Fornisce, inoltre, elementi conoscitivi essenziali in ordine alla psicologia delle differenze individuali e alla psicologia dell’apprendimento per consentire all’insegnante di sapere:
– come si sviluppano e si strutturano nell’arco dell’età evolutiva le diverse aree;
– a quali fattori di ordine genetico ed ambientale sono dovute le differenze individuali sui piani percettivo, cognitivo, motorio, emozionale e comportamentale;
– per quali motivi di ordine psico-evolutivo, alcuni soggetti possono andare incontro a difficoltà di apprendimento e di relazione;
– quali risultati e proposte utili per l’ottimizzazione della didattica ha elaborato finora la ricerca psicologica e le principali teorie che l’hanno accompagnata.
Il curricolo si propone di offrire ai corsisti una visione generale di tutte le componenti lo sviluppo psicologico della persona e una dettagliata visione degli ostacoli o impedimenti che la persona, in caso di minorazioni e menomazioni, incontra, e delle difficoltà e disabilità che il soggetto vive in un quadro evolutivo.
Il curricolo si articola in undici distinti segmenti tematici strettamente correlati fra di loro per evitare che l’ambito curricolare possa essere interpretato in termini meramente o limitatamente scolastico-cognitivi.
Il curricolo, pertanto, si articola in:
– Esposizione dello sviluppo psicologico su una “linea cronologica o temporale” della vita umana che partendo dal momento prenatale giunga al tempo dell’adolescenza rilevando, nelle diverse tappe dello sviluppo, i fattori, i problemi, le variabili individuali ed i possibili interventi che ostacolano o favoriscono il normale sviluppo psicologico dell’individuo.
– Esposizione per “aree problematiche” degli stessi problemi in modo che, ad incrocio con il segmento tematico precedente, possano approfondirsi i problemi principali inerenti un possibile armonico sviluppo dell’ambito psicologico e gli ostacoli che tale sviluppo può incontrare.
– Esposizione dei contributi che le diverse “teorie dello sviluppo psicologico” possono offrire alla comprensione, alla lettura ed ai possibili interventi da attivare per attenuare o rimuovere il maggior numero di impedimenti che ostacolano una armonica evoluzione.
– Esposizione dei “metodi e degli strumenti di osservazione”, rilevazione, registrazione, descrizione e valutazione dei processi e degli interventi.
Tutto il curricolo dovrà essere supportato, in contemporanea al suo svolgersi, da attente e preordinate esercitazioni pratiche di cui si forniscono alcune indicazioni.
Si raccomanda ai docenti di questo ambito di evitare ogni rischio di instaurare proposte disciplinari che possano innescare il “pericolo della falsa sicurezza” che appartiene agli aspetti descrittivi e di catalogazione dei processi e dei fenomeni più che alla loro comprensione e interpretazione.
2. Descrizione del curricolo
Lo sviluppo psicologico – momenti e problemi (ore 10) – Lo sviluppo prenatale (il concepimento – le basi genetiche del concepimento – lo sviluppo dal concepimento alla nascita – le differenze sessuali prenatali) – Le normali sequenze dello sviluppo – Possibili fattori negativi genetici ed ambientali (malattie, disagio, droga, dieta, etc.) – L’influenza della madre – Differenze socio-culturali.
– La nascita e il neonato – Caratteristiche e differenze individuali nel neonato – Gli effetti della presenza del neonato sul comportamento dei genitori.
– La nascita e il neonato nel primo anno di vita.
– Dal primo al terzo anno di vita – L’esperienza in famiglia o al nido.
– Da tre a sei anni di vita – I rapporti con l’ambiente fisico e sociale – L’esperienza della scuola materna.
– L’esperienza della scuola elementare.
– La scuola media e la preadolescenza.
– L’adolescenza – Gli ambiti di vita, di studio e di lavoro.
Lo sviluppo fisico-auxologico (ore 5) -Alcuni parametri: staturo-ponderali, ormonali, morfologici, etc. – Gli stati di salute e di malattia nell’infanzia e nell’adolescenza.
Lo sviluppo percettivo (ore 10) – Alcune caratteristiche dello sviluppo percettivo – Lo sviluppo visivo – Lo sviluppo uditivo – Lo sviluppo degli altri sensi (olfattivo, tattile, etc.) – Sintesi combinata delle informazioni fra i diversi sensi – Le differenze individuali nelle abilità percettive.
Lo sviluppo motorio-prassico (ore 5) – Motilità generale, buccale e manuale – Differenze individuali nella percezione e nella motricità
Lo sviluppo cognitivo (ore 10) – Tre diverse idee o modelli di intelligenza – La misurazione delle potenzialità intellettive – I parametri dei test di intelligenza (predizione, stabilità, le limitazioni della tradizione, le influenze ereditarie, le influenze dell’ambiente, della razza, del sesso, ecc.) – Attenzione, applicazione e concentrazione – L’orientamento spazio-temporale – La memoria – Gli aspetti valutativi dell’intelligenza – Il concetto della inferenza.
Lo sviluppo del linguaggio (ore 10) – Comunicazione e linguaggio – I gradini o la scala del prelinguaggio – Lo sviluppo fonetico-fonologico, semantico-lessicale, morfo-sintattico – Gli aspetti socio-linguistici – Socio-linguistica e prossemica – Pragmatica della comunicazione umana – Essenzialità, ridondanza e inferenza – Il ruolo dei coetanei nello sviluppo del linguaggio.
Lo sviluppo della personalità (ore 5) e la costruzione del concetto di sè: significato del concetto di personalità – Le principali componenti della personalità – Criteri per la individuazione e interpretazione delle risorse personali – Il concetto di sè: il percorso di costruzione – Le differenze individuali – La formazione della identità sessuale.
Lo sviluppo socio-culturale (ore 5) – Il processo di attaccamento affettivo – Oltre il primo attaccamento affettivo – Le interazioni sociali positive: linee di sviluppo – Le differenze individuali nella interazione – Le interazioni tra fanciulli – L’interazione e le differenze di sesso – La dinamica e rapporti sociali – Lo sviluppo etico-civico – Lo sviluppo del senso estetico.
L’ecologia dello sviluppo (ore 5) – Incidenza delle caratteristiche ambientali nello sviluppo individuale – L’influenza della famiglia – Dinamica degli affetti familiari – Oltre la famiglia: rapporti e influenza delle altre istituzioni o agenzie – Il sistema dei media.
La psicologia dell’educazione (ore 20) – Modalità dell’apprendimento – Rapporto insegnamento-apprendimento – Le condizioni dell’insegnamento necessarie a suscitare apprendimento – I problemi relativi alla memoria all’interno dell’istituzione scolastica.
* I contributi delle diverse teorie dello sviluppo (ore 10)
Il concetto e la funzione di teoria
Il contributo dell’approccio cognitivo
Il contributo dell’approccio psico-dinamico
Il contributo dell’approccio sociale e comportamentistico
Il contributo dell’approccio alla teoria della elaborazione delle informazioni – Aspetti di gradualità e di critica
Il contributo dell’approccio ecologico.
Quadro di sintesi a confronto dei diversi approcci
(Nella esposizione si tenga presente che occorrerà evidenziare soprattutto la specificità del contributo che le diverse teorie portano per la interpretazione dei fenomeni ed i modelli di intervento che caratterizzano ciascuna di esse.
Potranno poi seguire: breve storia ed autori – Assiomi e teoremi – Quadro evolutivo di insieme – Sintesi valutativa e valorizzazione degli apporti positivi di ciascuna teoria).
I metodi e gli strumenti per la valutazione (ore 5) – Metodi e strumenti di osservazione, rilevazione, registrazione, descrizione e valutazione dei processi e degli interventi.
Esempi di possibili esercitazioni
L’esercitazione costituisce un momento essenziale perchè consente di applicare in concreto quanto presentato sul piano teorico realizzando un apprendimento per implicazione.
Le singole esercitazioni non sono comunque esaustive degli argomenti delle unità di studio.
A titolo puramente esemplificativo se ne riportano alcune possibili.
– Raffigurare graficamente la propria crescita
– Esprimere in percentuali le abilità percettive personali
– Tempi personali nelle esecuzioni di performance di motricità
– Applicazione di test di intelligenza
– Costruzione di frasi bi-termine col supporto di comunicazione non verbale
– Analisi della comunicazione e del linguaggio attraverso la registrazione audio e video di conversazioni fra bambini e fra bambini e adulti
– Analisi di atteggiamenti e di comportamenti di genitori e insegnanti (attribuzione di causalità, autoefficacia, bum-out, meccanismi di difesa, messaggi facilitanti, ecc.)
– Osservazione e rilevazione dei comportamenti individuali in un gioco di gruppo
– Ricerca su concetti e preconcetti dei bambini
– Analisi e utilizzazione di trasmissioni televisive
– Analisi e utilizzazione di situazioni familiari.
3. Quantificazione
L’ambito disciplinare impegna n. 100 ore di “lezione” da ripartire in due anni.
4. Avvertenze metodologiche
Si ritiene utile che tutto il curricolo possa essere affidato a due docenti preferibilmente di formazione e/o indirizzo professionale diverso.
Visto che i frequentanti il corso hanno parte attiva nella formulazione di documenti quali il P.D.F. e il P.E.I. e collaborano agli aggiornamenti della D.F. non si ritiene opportuno che il corso privilegi una classificazione prioritaria rispetto alle altre.
Il concetto di catalogazione e classificazione e la conoscenza delle principali forme di esse (DSM III, Millon, ecc.) devono essere conosciuti dai corsisti per il loro valore strumentale, così come dovrà essere reso chiaro ad essi sia la multiassialità che caratterizza quasi tutte le classificazioni che la situazione magmatica ed in evoluzione costante di tutta la materia.
Sarà opportuno, inoltre, venga evidenziata la naturale “sofferenza” insita nel rapporto tra i concetti di “classificazione” e di “originalità individuale” riferita alla persona umana.
In sintesi ogni classificazione è nel contempo una “ricchezza” di riferimento utile alla conoscenza approfondita del quadro psicologico in cui il singolo caso si colloca ma anche il “periodo” di una gabbia interpretativa che, evidentemente, deve essere evitata.
5. Permutabilità con crediti formativi
Le parti contraddistinte con asterisco possono essere riconosciute come crediti formativi.
Discipline a carattere biologico
1. Scopo del curricolo
Il curricolo fornisce alcune conoscenze di base riferite all’eziologia e patogenesi delle disabilità
Pone l’insegnante in condizione di poter dialogare con le altre professionalità impegnate nel sistema interistituzionale dell’integrazione scolastica, in particolare con gli operatori socio-sanitari.
Dovrebbe consentire all’insegnante di sapere od interrogarsi:
– sui fattori e le concause delle differenze individuali sui piani motorio-prassico, sensoriale e comportamentale in genere;
– sui motivi di ordine biologico per i quali alcuni soggetti possono andare incontro a difficoltà di apprendimento e di relazione;
– sulle caratteristiche esteriori dei principali quadri clinici ed i rispettivi sviluppi evolutivi e/o involutivi nel corso dell’età scolare;
– sui risultati e le proposte utili per l’ottimizzazione della didattica finora elaborate nell’ambito della ricerca medica;
– sulle principali classificazioni internazionali delle disabilità più frequentemente riscontrabili nell’età scolare.
Il curricolo si propone di offrire ai corsisti la capacità di sapersi orientare biologicamente nel circuito che parte dalla lesione o menomazione (determinata da differenti categorie di mezzi ezio-patogenetici), e passando per la disabilità può, in tal modo, creare possibili situazioni di handicap.
Queste ultime situazioni di inadeguatezza di tipo socio-culturale, a loro volta, possono costituire sorgente di ulteriori disabilità determinando così un circuito autoreferente che si autoalimenta secondo la sintesi grafica che segue:
Vedi tabella n. 1.1
E’ la disabilità infatti il segno ed il motivo che da una parte evidenzia i bisogni di interventi specifici e dall’altra induce alla ricerca delle cause e, ancora, rende necessaria una rigorosa progettazione e pianificazione dei diversi tipi di intervento. Lo schema di cui sopra consente:
1. la sistemazione dei nessi ezio-patogenetici (il comprendere l’euristica delle ragioni per cui si verifica la disabilità e di conseguenza anche la sua evoluzione e la sua prognosi)
2. la sistemazione delle disabilità in quadri di riferimento:
– di ordine tassonomico
– di grado (con lo stabilirsi di limiti inferiori e superiori)
– di ordine clinico (anche in rapporto con le incidenze curricolari)
3. le valutazioni (iniziale e longitudinali) dello svantaggio:
– familiare
– scolastico
– territoriale
In questo quadro:
– stante l’obsolescenza delle vecchie divisioni concernenti unicamente i sordi, i ciechi e gli “psicofisici”
– tenuto conto delle denominazioni e considerazioni di minoranze adottate nei diversi Paesi dell’Unione europea
– considerando i criteri di suddivisione adottati dal D.P.R. 24 febbraio 1994 onde avere un razionale tassonomico e ritenendo che gli scopi basilari dell’educazione dalla nascita in poi (art. 12, legge 110 del 5 febbraio 1992) devono essere lo sviluppo:
a. delle abilità (senso)-percettive
b. delle abilità (motorie)-prassiche
c. delle abilità integrativo-cognitivo-decisionali
d. delle abilità delle relazioni interpersonali
e. delle abilità di tipo socio-culturale
f. delle abilità di tipo affettivo-relazionale
il curricolo avrà come riferimento la classificazione di cui alla allegata tabella A che è stata costruita sui campi educativi suindicati.
2. Descrizione del curricolo
* Epidemiologia delle minorazioni (ore 20) – Criteri di ritardo, insufficienza, arresto, regressione, distorsione, disarmonia.
Concetti e criteri di:
– terapia (farmacologica, chirurgia e protesica)
– abilitazione e riabilitazione
– educazione e rieducazione
Strategie di intervento (settoriale e/o integrato) – Monitoraggio – Codificazione dei risultati – Metodiche di validazione.
Il problema del profilo individuale (ore 20) di abilità di cui all’allegata tabella B.
Il problema della disabilità specifica (ore 5) come da tabella A allegata.
Il problema specifico dei disturbi di tipo sensoriale
Chiarimenti sullo specifico dei disturbi alle afferenze (ore 10)
Chiarimenti sullo specifico dei disturbi dell’area uditiva (ore 20)
Chiarimenti sullo specifico dei disturbi dell’area visiva (ore 10)
Il problema dei nessi eziopatogenetici (ore 5)
Il problema dei progetti di intervento (ore 10) in riferimento ai quadri valutativi del livello di gravità – Aspetti temporali della valutazione (iniziale, in itinere, finale, etc.).
3. Quantificazione
In complesso l’ambito disciplinare impegna obbligatoriamente 100 ore di “lezione” da ripartirsi fra due anni.
L’ordine di esposizione dei vari temi non indica l’ordine temporale con cui gli stessi debbono essere affrontati.
La quantificazione oraria dei singoli temi che costituiscono il curricolo ha carattere indicativo del “peso didattico” di ciascun tema ma non costituisce vincolo ordinamentale.
4. Avvertenze metodologiche
Nel proporre il curricolo dovranno essere tenute presenti le seguenti avvertenze metodologiche ineludibili per ogni forma di osservazione, interpretazione, sistematizzazione ed intervento che richieda la costruzione della conoscenza.
Infatti l’approccio biologico-clinico alla persona passa per:
1. la rilevazione rigorosa dei segni o sintomi (aspetti semiologici);
2. il loro eventuale assemblaggio in sindromi (segni correlati che acquistano significati nella lettura integrata ed unitaria);
3. l’eventuale attribuzione a quadri patologici (entità astratta concettuale di riferimento);
4. la realtà clinica (cioè la concretizzazione del problema del singolo individuo) che risulta dall’insieme della disabilità caratterizzante e dalla lettura del profilo delle abilità di cui alla tabella B allegata.
5. Permutabilità con crediti formativi
La parte destinata ad eventuali riconoscimenti di crediti formativi è di 20 ore ed è contrassegnata da asterisco.
Vedi tabella n. 2.1
Vedi tabella n. 3.1
Area disciplinare
Il metodo
Appartengono a questa area disciplinare:
– Metodologia e didattica generale
Metodologia e didattica generale
1. Scopo del curricolo
Lo scopo del curricolo è quello di fornire ai corsisti un patrimonio di informazioni di carattere generale da cui ricavare i principi essenziali per una adeguata organizzazione della risposta formativa che la scuola è chiamata ad elaborare per gli alunni che manifestano bisogni speciali.
Il curricolo intende anche soddisfare l’esigenza del corsista di impossessarsi di strumenti, procedure e modalità cui riferirsi per costruire un corretto rapporto con l’alunno in situazione di handicap sia nei tempi dell’osservazione, della progettazione , del realizzarsi dell’azione di educazione e di istruzione che, ancora, nella fase della valutazione.
Il corsista deve poter acquisire competenze professionali precise in ordine a:
– come esercitare il proprio ruolo nel sistema scolastico ed interistituzionale;
– come organizzare gli interventi in rapporto a quelli del gruppo docente di appartenenza ed in relazione a specifiche categorie di disabilità
– come individuare le ragioni di specifiche difficoltà di apprendimento e come programmare conseguenti interventi didattici in relazione ai diversi periodi e momenti di scolarizzazione dell’alunno in situazione di handicap;
– come progettare, in particolare, specifici trattamenti in ordine a problemi di acquisizione e di miglioramento riferiti specialmente alle abilità di comprensione e di espressione dei linguaggi analogici e digitali ed agli algoritmi per la ricerca d’ambiente e la soluzione di problemi sempre più complessi;
– come rendere più efficace l’uso delle risorse didattiche disponibili;
– come valutare gli esiti degli interventi educativi.
2. Descrizione del curricolo
I fondamenti epistemologici (ore 10) del discorso metodologico e didattico – Metodologia e didattica – Definizione, significato, funzione – Interconnessioni tra insegnamento ed apprendimento come presupposto del metodo.
La comunicazione e l’interazione (ore 10)
a) Modalità e tecniche della comunicazione didattica – I processi interattivi – La relazione educativa.
b) Il lavoro di gruppo: modalità e tecniche di organizzazione e conduzione.
Riferimenti teorici per la programmazione (ore 20) dell’attività scolastica – Metodologia della programmazione – Gli aspetti educativi e gli aspetti didattici – La definizione dei modelli di intervento del docente – Modalità di raccordo tra la programmazione individualizzata e quella collegiale – Riferimenti teorici per le linee di guida in ordine alla costruzione di curricoli per la scuola materna, elementare, secondaria di I e II grado.
L’organizzazione dell’attività didattica (ore 20)
a) elaborazione del P.D.F. – Ricognizione dei bisogni e delle risorse di ciascun alunno – Elaborazione del P.E.I. – Predisposizione di curricoli e procedimenti individualizzati;
b) la dimensione collegiale nell’organizzazione degli interventi istituzionali ed interistituzionali.
La verifica e la valutazione (ore 10)
a) la verifica: significato e funzione – Modalità di verifica in itinere e finale – Elaborazione di prove differenziate per le verifiche intermedie e finali;
b) la valutazione con particolare riferimento agli alunni in situazione di handicap – Significato ed uso degli strumenti di valutazione – La valutazione finale – La scheda personale dell’alunno
Le tecniche e le modalità della osservazione (ore 10) – L’osservazione sistematica (strumenti formali e/o prestrutturati, osservazione partecipata, ecc.) – Raccolta, analisi ed interpretazione delle osservazioni sistematiche.
La continuità educativa e didattica (ore 10) – Conoscenza di quadro e in riferimento allo specifico del tema, degli ordinamenti e degli orientamenti e programmi dei diversi ordini di scuola (materna, elementare, media dell’obbligo e secondaria di II grado) – Costruzione di ipotesi di percorsi didattici di interconnessione fra i diversi ordini di scuola – Profili organizzativi della continuità – La continuità all’interno dello stesso ordine di scuola.
La metodologia della ricerca (ore 10)
Il quadro epistemologico – La ricerca nella scuola: la ricerca come componente della professionalità docente – La dimensione attiva nella costruzione della conoscenza dell’alunno.
Le risorse didattiche e tecnologiche (ore 20) – Elaborazione, costruzione ed utilizzo di materiale didattico strutturato e non – Sussidi e attrezzature tecniche per rispondere ai bisogni speciali – Le tecnologie e gli ausili per le diverse minorazioni e conseguenti disabilità
3. Quantificazione
L’ambito disciplinare impegna obbligatoriamente n. 120 ore da ripartirsi in due anni.
La quantificazione oraria dei singoli temi che costituiscono il curricolo ha carattere indicativo del “peso didattico” di ciascun tema ma non costituisce vincolo ordinamentale.
4. Avvertenze metodologiche
Va preliminarmente evidenziato che le unità di studio elencate nel curricolo costituiscono le componenti di un’unica competenza organica e coerente seppure connotata da esigenze diverse, all’interno del processo intenzionale di insegnamento.
Sarà opportuno, pertanto, ricercare le interconnessioni tra le tematiche proposte prevedendo, ove necessario, eventuali anticipazioni o posposizioni.
Considerato che la competenza metodologica e didattica è componente essenziale della professionalità, deve essere accordata predilezione alla dimensione operativa dell’attività di studio del corsista e dell’attività di docenza ed al riferimento costante alle diverse tipologie di minorazioni cui rapportarsi.
5. Permutabilità con crediti formativi
Il curricolo è obbligatorio: non sono previsti crediti formativi individuali.
Area disciplinare
I linguaggi
Appartengono a questa area disciplinare:
– Codici di comunicazione non verbale
– Codici comunicativi della educazione linguistica
– Codici del linguaggio matematico.
Codici di comunicazione non verbale
1. Scopo del curricolo
Scopo del curricolo è quello di:
– far comprendere ed interpretare la globalità dei linguaggi non verbali ed il loro intreccio;
– far acquisire abilità in ordine alla comunicazione ed espressione manipolativo-visiva, audiovisuale e massmediale, sonoro-musicale.
2. Descrizione del curricolo
* Comunicazione e linguaggi (ore 8) – La competenza comunicativa – Elementi essenziali della comunicazione – Linguaggio, lingua, * parola – Linguaggio verbale e linguaggi non verbali – Codici e sistemi di rappresentazione come mediatori dell’interpretazione della realtà. Logica e linguaggio (verbale e non): le interrelazioni – Codici di comunicazione, contesti di esercizio, modi di operare e di rappresentare dell’alunno.
* La comunicazione non verbale (ore 8) nella interazione sociale umana e nella vita quotidiana. L’incontro con l’altro sul piano psico-corporeo: la diversità riconosciuta come norma. La varietà dei messaggi e dei codici: produzione, comprensione, traduzione e rielaborazione in un codice diverso. Le forme alternative alla comunicazione verbale ed il loro uso didattico in presenza di minorazioni motorie e sensoriali e nei casi di disturbi relazionali.
La percezione spaziale. Il movimento (ore 10) – Gli aspetti delle disabilità nelle attività motorie dell’alunno, nell’organizzazione dello spazio e del tempo e nell’acquisizione dei concetti topologici.
La corporeità e la motricità (ore 10) – I diversi aspetti della disabilità riguardanti:
a) Il bambino e lo spazio. Il ruolo del corpo. Lo spazio interoggettuale, lo spazio interpersonale. Discriminazione percettiva e rappresentazione mentale. Lettura del linguaggio prossemico.
b) Utilizzazione della globalità espressiva a livello pedagogico-didattico:
– acquisizione dello spazio interoggettuale in attività usuali;
– riscoperta del fatto, senso primario di comunicazione;
– evocazione degli altri sensi e dipendenti linguaggi attraverso l’esperienza di uno.
I suoni e i segni (ore 10) – Gli aspetti delle diverse disabilità a riguardo dello spazio dell’occhio e lo spazio dell’orecchio – I suoni e la musica: l’esplorazione, la produzione e l’ascolto. Il segno grafico e il colore: significati.
Spazio-tempo-intensità elementi di base della comunicazione non verbale – Lettura dei componenti psicosensoriali per una comprensione di sè e dell’altro tramite i linguaggi non verbali.
Le immagini (ore 10) – Le diverse forme di disabilità e le differenti forme del linguaggio visivo – Le immagini e il linguaggio visivo. Oltre la scrittura: l’audiovisivo. Il cinema e la televisione
Drammatizzazione, mimica e comunicazione (ore 8)
L’aspetto comunicativo del gesto: esperienze di animazione – Gli aspetti di impaccio e la ricchezza didattica nelle situazioni di handicap – Esemplificazioni ed esperienze pratiche.
Linee guida (ore 16) per la costruzione di un curricolo per la scuola materna, elementare, secondaria di I e II grado (in connessione con Metodologia e didattica).
3. Quantificazione
L’ambito disciplinare impegna obbligatoriamente n. 80 ore.
La quantificazione oraria dei singoli temi che costituiscono il curricolo ha carattere indicativo del “peso didattico” di ciascun tema ma non costituisce vincolo ordinamentale.
4. Avvertenze metodologiche
L’attenzione allo schema corporeo dell’alunno ed alla sua capacità di organizzare l’orientamento nello spazio interoggettuale ed interpersonale, e poi di quello grafico sono i punti chiave del programma, che dovranno essere affrontati con taglio operativo.
5. Permutabilità con crediti formativi
Il capitolo segnato da asterisco è riconoscibile come credito formativo.
Codici comunicativi della educazione linguistica
1. Scopo del curricolo
Lo scopo è quello di fornire ai corsisti gli elementi essenziali del patrimonio conoscitivo su cui si fonda l’educazione linguistica nella scuola materna, elementare e secondaria.
Partendo da tale piattaforma di base il curricolo di propone di fare acquisire ai frequentanti un ventaglio di metodologie e di tecniche di tipo didattico concrete, a cui far riferimento, nella quotidiana attività scolastica per l’elaborazione di interventi di sviluppo delle abilità linguistiche di base. Il curricolo vuole, soprattutto, fornire un quadro dettagliato delle principali patologie del linguaggio verbale nei cui confronti l’insegnante destinato ad attività di sostegno, lungi dall’assumere interventi terapeutico-riabilitativi dovrà, comunque attivare processi di diagnosi e appropriate strategie metodologico-didattiche.
2. Descrizione del curricolo
* La competenza comunicativa:
a) La semiologica (ore 24) ed il sistema dei segni nella comunicazione umana. Il linguaggio verbale umano – Gli studi sulla lingua – Cenni di psicolinguistica e socio-linguistica.
b) La competenza linguistica (ore 6) – Analisi degli aspetti costitutivi della lingua (asse fonologico, lessicale, semantico, morfologico, sintattico, pragmatico). Le funzioni della lingua (personale, interpersonale, euristica, etc.). Le varietà della lingua
La comprensione del testo orale e scritto (ore 10) – I processi coinvolti nella comprensione – Tecniche ed esercitazioni didattiche di sviluppo e di potenziamento – Le principali difficoltà nella lettura strumentale, funzionale e critica: interventi didattici.
La produzione orale e scritta (ore 10) – La competenza strumentale e funzionale: tecniche di recupero e sviluppo – Le principali difficoltà nella produzione: interventi didattici.
L’approccio didattico in presenza di disturbi del linguaggio (ore 24): disturbi del linguaggio derivanti da disturbi uditivi e visivi, da insufficienza mentale, da psicosi infantili e neurolesioni. Metodologia ed approccio didattico dei ritardi semplici di linguaggio, disturbi fonologici e disgrammatismi – Metodologia e approccio didattico delle dislessie. Idem per le disgrafie e disortografie.
I disturbi della parola (ore 10) – Metodologia e approccio didattico delle: disartrie, dislalie, disfonie, disfluenze.
Linee guida (ore 16) per la costruzione di un curricolo per la scuola materna, elementare, secondaria di I e II grado (in connessione con Metodologia e didattica).
3. Quantificazione
L’intero curricolo ha un peso orario obbligatorio di n. 100 ore.
La quantificazione oraria dei singoli temi che costituiscono il curricolo ha carattere indicativo del “peso didattico” di ciascun tema ma non costituisce vincolo ordinamentale.
4. Avvertenze metodologiche
La parte del programma barattabile con crediti formativi è destinata a fornire una base teorica di riferimento per quei corsisti che si trovino nella necessità di acquisire una completezza informativa ed interpretativa anche delle più abituali metodologie e tecniche didattiche di intervento.
Nella trattazione di questa parte è comunque opportuno prospettare i riflessi didattici prodotti dalle singole teorie.
Una differenziazione per ordini e gradi di scuola è necessaria per i soli gruppi tematici afferenti alla “competenza linguistica” ed alla “comprensione del testo orale e scritto”.
La parte per la quale non sono fruibili crediti formativi avrà un maggiore riferimento pratico-operativo e dovrà prevedere l’esplicitazione di obiettivi operativi da conseguire, le metodologie e le esercitazioni didattiche concrete, la costruzione di specifiche unità didattiche e la elaborazione di percorsi formativi verticali dalla scuola materna alla scuola secondaria per ciascuna delle quattro abilità di base.
Per quanto riguarda le unità di studio sulle patologie del linguaggio, non si tratta di fornire ai corsisti delle conoscenze atte a consentire interventi specialistici di tipo logopedico, quanto piuttosto di fornire quei principi generali di diagnosi e di intervento che possano rientrare nella competenza degli insegnanti destinati ad attività di sostegno.
5. Permutabilità con crediti formativi
La parte del curricolo contrassegnata da asterisco (in totale 30 ore) è barattabile con crediti formativi accertati.
Codici del linguaggio logico e matematico
1. Scopo del curricolo
Scopo del curricolo è quello di attivare nei corsisti la riflessione sulla natura specifica del linguaggio matematico e dei processi mentali che intervengono nella sua costruzione.
L’approfondimento delle tematiche connesse alla formazione del pensiero matematico inteso come “pensare per problemi” sarà altresì finalizzato all’acquisizione dei seguenti obiettivi operativi:
– definizione dei possibili livelli di intervento, in rapporto alla comprensione dei principali “bisogni” matematici;
– individuazione di esempi pertinenti, in riferimento alle esigenze rilevate attraverso l’analisi e la descrizione della situazione di partenza dei singoli alunni;
– elaborazione ed utilizzo del materiale didattico di diverso tipo, finalizzato a diverse situazioni.
2. Descrizione del curricolo
Aspetti epistemologici e processi cognitivi (ore 6) – Cenni storici e caratteri specifici del ragionamento matematico. I linguaggi naturali come veicolo per l’interpretazione matematica della realtà. Ricchezza espressiva e potenzialità logiche delle varie forme del linguaggio naturale come punto di partenza di ogni attività di formalizzazione.
Nozioni di logica (ore 12) – La valenza logica del linguaggio naturale per l’analisi e la rappresentazione di situazioni complessive. Organizzazione del pensiero logico attraverso le operazioni di classificazione e la ricerca di relazioni. Riflessioni su connettivi e quantificatori logici, per promuovere un ragionamento coerente e per favorire una corretta interpretazione degli enunciati. Ricorsività e meta linguaggio.
Il concetto di numero (ore 12) – Il concetto di numero ed i suoi fondamenti matematici – I diversi aspetti del numero: la valenza metodologica della pluralità degli approcci – Conoscenza dei vari sistemi di numerazione per una migliore comprensione della scrittura posizionale. La conoscenza delle varie successioni numeriche e la scoperta di regolarità, quali occasioni per una maggiore padronanza del mondo dei numeri. L’acquisizione delle tecniche algoritmiche, come strumento di automatismi di utilità quotidiana – Il numero come misura: aspetti didattici nella ricerca della misura, la misura sperimentale e quella matematica.
Lo spazio (ore 6) – Aspetti psicodidattici del rapporto tra spazio fisico e spazio geometrico:
a) conoscenza ed uso di sistemi di riferimento per determinare posizioni e spostamenti nello spazio; orientamento, mappe e cognizione spaziale;
b) dalla prima esplorazione del mondo delle figure alla costruzione di figure a partire da un modulo;
c) le trasformazioni geometriche: studio delle proprietà delle figure come invarianti rispetto ad una classe di trasformazioni.
Situazioni – Problema e strategie risolutive (ore 10) – Analisi di diverse tipologie di situazioni problematiche (reali, potenziali, fantastiche). I giochi di simulazione – Aspetti didattici connessi alla formulazione del problema in relazione alla definizione degli obiettivi e alla scelta degli strumenti. Aspetti didattici connessi alla significatività della situazione presentata.
Identificazione e controllo dei meccanismi individuali (ore 6) di soluzione. Elaborazione della situazione di partenza. Individuazione di processi e operazioni mentali con i quali il soggetto elabora la situazione. Collegamento tra le strategie individuali attivate e la comprensione iniziale del problema.
Rappresentazioni e procedure risolutive (ore 6) – Il momento della rappresentazione come esplicitazione e codifica delle strategie risolutive e come azione diretta sulla situazione. Fasi essenziali del passaggio da una situazione non formalizzata a successivi livelli di rappresentazione simbolica. Tipologie diverse di rappresentazione simbolica sintetica di una stessa situazione. Controllo della mediazione linguistica di fronte al soggetto in difficoltà interferenze nella traduzione da un codice all’altro.
* Cenni di informatica (ore 10) – Mentalità informatica come strumento di organizzazione del frammentario e di analisi del complesso. Variabilità percettiva ed acquisizione di strutture operative: rilevazione di regolarità, moduli e sequenze in contesti diversi. Processi, procedure risolutive, algoritmi. Criteri didattici per la scelta dei sussidi informatici.
* Cenni di probabilità e statistica (ore 6) – Probabilità e statistica come strumenti razionali di indagini e di analisi della realtà. La probabilità, definizione e campi di applicazione. Elementi di calcolo combinatorio. Inquadramento del fenomeno statistico. Rilevazione, organizzazione dei dati e rappresentazioni grafiche relative. Possibilità applicative nei diversi ordini di scuola.
L’alunno con deficit sensoriali nell’attività logico-matematica (ore 10)
Rielaborazione dei materiali e sussidi didattici per gli alunni con difficoltà di tipo uditivo e visivo – con scarso linguaggio: suggerimenti operativi, metodologia dell’intervento didattico con l’uso del computer per alunni con deficit visivo totale o parziale.
Linee guida (ore 16) per la costruzione di un curricolo per la scuola materna, elementare, secondaria di I e II grado (in connessione con Metodologia e didattica).
3. Quantificazione
Il curricolo impegna obbligatoriamente n. 100 ore, da ripartirsi in due anni.
La quantificazione oraria dei singoli temi che costituiscono il curricolo ha carattere indicativo del “peso didattico” di ciascun tema ma non costituisce vincolo ordinamentale.
4. Avvertenze metodologiche
Per stimolare allo studio ed alla rielaborazione personale dei contenuti e per collegare le indicazioni teoriche delle lezioni all’esperienza diretta, sono state predisposte unità di studio prevalentemente “teoriche” ed unità di studio prevalentemente applicative.
5. Permutabilità con crediti formativi
La parte per la quale possono essere riconosciuti “crediti formativi” è contrassegnata da asterisco: si tratta delle 16 ore corrispondenti a temi evidenziati.
Area disciplinare
Professionalità
Appartengono a questa area disciplinare:
– Rielaborazione della esperienza personale ed organizzazione delle competenze professionali
Rielaborazione della esperienza personale ed organizzazione delle competenze professionali
(ex tirocinio)
1. Scopo del curricolo
Il curricolo si propone di
– far acquisire ai corsisti la capacità di riflettere sulle proprie esperienze personali e professionali in ordine alle relazioni interumane
– sollecitare i corsisti stessi ad acquisire la capacità di esprimere equilibrate valutazioni sulla correttezza di impostazione di tali rapporti;
– mettere gli stessi in condizione di riprogettare il proprio sistema di rapporti programmandolo in ordine alla esplicita intenzione di realizzare una azione personale e professionale volta alla integrazione degli alunni in situazione di handicap.
Il curricolo, inoltre, si propone di creare le condizioni affinché il singolo corsista fruisca del maggior numero possibile di occasioni
– per conoscere metodologie ed esperienze utili ad arricchire il proprio bagaglio di capacità specificatamente professionali;
– per confrontare le proprie convinzioni personali e il proprio “modo di far scuola” con altre esperienze in atto.
Una corretta e completa formazione del docente impegnato nella azione di integrazione scolastica esige che gli aspetti informativi affidati ai singoli ambiti disciplinari siano affiancati da una azione volta a condurre il corsista a ripercorrere analiticamente e criticamente la propria prassi di docenza, per impegnarsi a trasformare tale consuetudine in una azione specifica di risposta ai bisogni espressi dagli allievi ed in particolare da quelli in situazione di handicap.
La formulazione dell’area disciplinare si basa sui seguenti assunti:
1. la grande maggioranza dei corsisti è già in possesso di una esperienza professionale più o meno consolidata;
2. in particolare, per i docenti che già hanno frequentato il corso relativo all’anno di formazione di cui alla L. 270/82 in quanto docenti dipendenti di ruolo dello Stato, tale esperienza è, in molti casi, di lunga durata. Tali docenti, infatti, sono ormai ancorati ad una personale metodologia “del fare scuola”;
3. l’azione di integrazione scolastica, come già detto in altra parte, è compito dell’intero sistema scolastico e, pertanto, risulta essere “dovere deontologico” di tutti gli operatori scolastici che lo inverano;
4. l’azione di integrazione è frutto tanto di conoscenze specifiche quanto della capacità di adeguare l’azione docente alle richieste espresse dai “bisogni speciali individuali” di educazione e di istruzione del soggetto in situazione di handicap;
5. il corsista, nella maggior parte dei casi (docente già in servizio di ruolo o supplente temporaneo), si trova nella materiale impossibilità di disporre di lunghi periodi di tempo utilizzabile per un tirocinio articolato come da indicazioni dei precedenti programmi poiché occasioni di visite ed impegni di servizio attivo si sovrappongono temporalmente.
Il tirocinio, lungi dall’essere una mera conoscenza di ottimali situazioni di integrazione scolastica e delle tecniche che a questo scopo vengono adottate, dovrà chiamare in causa l’esperienza, sia personale che professionale, già posseduta dal corsista per analizzarla e trasformarla in un metodo capace di adeguarsi, di anno in anno e di situazione in situazione, alle richieste poste dai bisogni dei singoli allievi in difficoltà
Pertanto l’impegno del tirocinio si concretizza in una azione di “riflessione, rielaborazione ed organizzazione della prassi di docenza maturata nell’esperienza personale e professionale” del corsista.
2. Descrizione del curricolo
Il lavoro è ripartito in tre distinte parti (l’elencazione che segue non ha carattere di indicazione temporale)
Parte A – Rielaborazione della esperienza personale ed organizzazione delle competenze professionali (ore 100 da suddividere nei due anni).
Operativamente si indicano le azioni da compiere:
1-
1.a – scelta e affidamento a ciascun corsista di un quadro di situazioni educative nel cui ambito sia presente la disabilità (di uno o più alunni). La scelta del caso o delle situazioni e della casistica dovrà essere operata in accordo col docente cui è affidato il gruppo di tirocinio;
1.b – il soggetto o i soggetti in situazione di handicap dovranno essere attentamente osservati nei loro comportamenti, nei diversi contesti in cui esplicano la propria dimensione quotidiana di vita. A tale scopo verranno predisposti protocolli di osservazione su cui apporre modalità, tempi e contenuti dell’osservazione;
1.c – tale osservazione dovrà essere condotta secondo tecniche non invasive della libertà di azione e della spontaneità del soggetto osservato;
1.d – unitamente ed in modo analogo alla annotazione dettagliata dei micro-comportamenti del soggetto, dovranno essere rilevati gli atteggiamenti ed i comportamenti espressi dalle persone che agiscono nei diversi contesti in cui il medesimo vive;
1.e – raccolta ordinata della documentazione relativa all’osservazione condotta;
2-
2.a – esposizione dettagliata e precisa della situazione e del (dei) caso(i) ai colleghi corsisti raccolti in gruppo con la guida di un docente in occasione del dibattito conseguente alla esposizione verrà data risposta ai quesiti di approfondimento espressi dai colleghi del gruppo e verranno annotati i quesiti cui si è impossibilitati a rispondere per carenze di informazioni assunte;
2.b – adeguamento della successiva tornata delle operazioni di osservazione alle richieste di informazioni, rilievi o indicazioni emersi in sede di dibattito ed espresse dal docente conduttore del gruppo;
3-
3.a – nuova esposizione al gruppo delle ulteriori osservazioni ed informazioni effettuate sulla scorta di quanto emerso nel precedente incontro col gruppo;
3.b – in occasione di questo secondo incontro col gruppo, le osservazioni di cui al precedente punto 3.a dovranno essere integrate dalle personali valutazioni in ordine ai metodi ed alle prassi relazionali, metodologiche e didattiche che, nei diversi contesti in cui vive il soggetto osservato, si attuano nei suoi confronti;
3.c – discussione, col gruppo, in ordine a tali riflessioni;
4-
4.a – presentazione al gruppo di una ipotesi di progetto per l’adeguamento delle prassi relazionali, dei metodi e della didattica in atto al fine di dare una risposta migliore e personalizzata ai bisogni espressi dal soggetto osservato.
Tutte le annotazioni (dovranno essere realizzati, a tale scopo, dei veri e propri protocolli di raccolta e registrazione) redatte, raccolte ed elaborate nei successivi passaggi del percorso descritto nonché il materiale di documentazione raccolto, faranno parte del lavoro da presentare in occasione dell’esame-colloquio finale di valutazione.
Parte B – Conoscenza di situazioni di integrazione scolastica e delle tecniche adottate a tale scopo (ore 160 da ripartirsi su due anni).
Visita a realtà scolastiche e parascolastiche particolarmente significative in tema di integrazione scolastica con particolare attenzione per gli aspetti organizzativi, relazionali, metodologici e didattici.
Di ciascuna visita a tali realtà sarà rilasciata al corsista una documentazione a cura del legale rappresentante della istituzione visitata.
Il corsista dovrà redigere un dettagliato rapporto da cui emergano: le caratteristiche della struttura visitata, i tempi ed i modi della visita, le intenzioni dell’azione osservata, le metodologie adottate, le tecniche utilizzate e la personale opinione e valutazione del corsista.
Tali relazioni debbono essere redatte in maniera strettamente individuale.
Parte C – Confronto delle convinzioni personali e del proprio “modo di far scuola” con altre esperienze in atto (40 ore da ripartirsi in due anni).
Il corsista dovrà documentare, secondo le indicazioni di cui al punto precedente, la partecipazione a convegni o seminari che forniscano apporti significativi ed aggiuntivi sul tema della integrazione scolastica e raccordato con il progetto del corso.
3. Quantificazione
Nel complesso, nell’arco dei due anni, al corsista viene chiesto, in questo ambito, un impegno di 300 ore così ripartito:
Parte A – Rielaborazione ecc. 50 + 50 = 100
Parte B – Conoscenza ecc. 80 + 80 = 160
Parte C – Confronto ecc. 20 + 20 = 40
Totale 150 + 150 = 300
4. Avvertenze metodologiche
La responsabilità di questa area disciplinare, strategica per la stessa impostazione del corso e per la sua organizzazione, è affidata ad uno dei cinque componenti il gruppo di conduzione del corso che coordinerà l’azione dei docenti cui verranno affidati i gruppi di tirocinio.
Tali gruppi raccoglieranno da 5 a 10 corsisti e saranno affidati, preferibilmente, ad un docente operante nel quadro delle altre discipline.
Sarà cura del gruppo di conduzione del corso
– selezionare le situazioni e i casi da assegnare ai singoli corsisti,
– selezionare le istituzioni scolastiche da visitare,
– valutare e riconoscere i convegni e i seminari a cui il singolo corsista potrà partecipare e come tali utili alla terza parte del tirocinio.
5. Permutabilità con crediti formativi
Possono essere riconosciuti i seguenti crediti formativi:
Parte A – non è riconoscibile alcun credito formativo
Parte B – sono riconoscibili crediti formativi sino a 60 ore per chi ha già frequentato il corso relativo all’anno di formazione di cui alla L. 270/82 ed un massimo di 20 ore per chi ha maturato una esperienza professionale (servizio presso scuole statali e non) di almeno 5 anni.
Parte C – non è riconoscibile alcun credito formativo.

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