Del. C. 16 febbraio 2005, n. 22

Delibera del Consiglio Regionale

Piano sanitario regionale 2005-2007. (B.U. n° 12, parte seconda, suppl. n° 53 del 23/03/2005).

Del. C. 16 febbraio 2005, n. 22
Piano sanitario regionale 2005-2007. (B.U. n° 12, parte seconda, suppl. n° 53 del 23/03/2005).

Nota bene.
Il Piano sanitario regionale è riportato per estratto, abbiamo ritenuto opportuno inserire nella sezione solo le parti strettamente connesse alle problematiche legate alla disabilità. Per una visione integrale del documento si rinvia al sito web della Regione Toscana.
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Costituiscono obiettivi specifici per il triennio del Piano sanitario regionale:
– il contenimento dei tempi per il rilascio delle certificazioni di competenza, in particolare la riduzione dei tempi di attesa per le visite collegiali per l’invalidità civile, l’handicap e la disabilità di cui alla legge 12 marzo 1999, n. 68 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili);
– l’adozione di procedure uniformi sul territorio regionale con particolare riferimento alla messa a punto della rete sull’invalidità civile in coordinamento con i comuni;

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Le attività da svolgere sono pertanto:
– realizzazione di sistemi di valutazione monocrona globale della persona portatrice di minorazioni, in collaborazione con le altre professionalità coinvolte, al fine di poter ottenere nel corso di un’unica visita collegiale, su richiesta dell’interessato, accertamento e valutazione per invalidità civile, handicap e collocamento al lavoro (l.68/99);
– completamento della rete informatica di supporto all’accertamento dell’invalidità civile con trasferimento per via telematica dei verbali ai Comuni;
– informazione, accertamento, controllo e certificazione in ambito di diritto al lavoro, stato di salute, incapacità lavorativa, temporanea e permanente, invalidità civile, handicap, idoneità e compatibilità al lavoro;

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In Toscana, nell’anno 2003, si registra il 58% di disabilità gravi sul totale di soggetti accertati in base alla L.104/92, le politiche assistenziali per le persone disabili portatrici di handicap hanno registrato un forte sviluppo ed articolazione, in riferimento alla differenziazione dei bisogni.

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5.2.1.3 La disabilità
“I percorsi socioassistenziali”.
Affrontare il tema della disabilità significa avere presente la globalità della persona con ridotte capacità funzionali al fine di valutarne complessivamente le condizioni di bisogno e di impostare un progetto di intervento che possa migliorarne lo stile di vita.
Le politiche regionali tendono a recuperare una dimensione unitaria delle strategie di intervento verso la persona con disabilità, assicurando livelli efficaci di governo e di coordinamento territoriale, e articolando la gamma delle risposte sulla prevalenza delle caratteristiche riabilitative o socioassistenziali del piano di intervento.
Diventa così centrale la distinzione tra progetti di intervento che si prefiggono l’obiettivo di un recupero tangibile di capacità funzionali, con una logica quindi di riabilitazione, e progetti che affrontano l’area della cronicità, con logiche e finalità prevalentemente di lungo assistenza.
L’orientamento di Piano è quello di individuare elementi di specificità dei singoli percorsi (assistenziale e riabilitativo) ed azioni comuni che qualifichino l’insieme della rete dei servizi nel settore della disabilità.
In Toscana, nell’anno 2003, si registra il 58% di disabilità gravi sul totale di soggetti accertati in base alla L.104/92, le politiche assistenziali per le persone disabili portatrici di handicap hanno registrato un forte sviluppo ed articolazione, in riferimento alla differenziazione dei bisogni.
Anche alla luce delle indicazioni contenute nell’atto di indirizzo e coordinamento sulla integrazione sociosanitaria di cui al d.p.c.m. 14 febbraio 2001, attualmente è necessario portare a compimento l’attivazione del sistema di servizi, ma anche aggiornare gli obiettivi, le strategie e gli strumenti organizzativi definiti dal precedente Piano sanitario regionale e dagli accordi che hanno caratterizzato la definizione del modello Toscano dei servizi alle persone disabili.
La Regione garantisce il diritto di condurre un’esistenza libera e dignitosa a tutte le persone affette da tutte quelle patologie che comportino, anche in via temporanea, significative riduzioni dell’autosufficienza e necessità continuativa di prestazioni ospedaliere.
A tal fine, inserisce tra gli obiettivi della pianificazione sanitaria: la promozione di campagne di prevenzione specificatamente orientate a fasce di utenza sopraesposte all’insorgenza delle suddette patologie; l’attuazione di strategie educative per il mantenimento dell’autonomia e dell’autosufficienza residua unitamente all’eventuale recupero degli esiti invalidanti; la realizzazione di un sistema di servizi di assistenza domiciliare integrata e di ospedalizzazione domiciliare che consenta la permanenza del malato/a nel contesto affettivo e sociale di riferimento e la valorizzazione di tutte le sue potenzialità e capacità.
a) Linee programmatiche
Confermando l’obiettivo di finalizzare gli interventi al raggiungimento della massima autonomia d integrazione della persona disabile nel contesto familiare e nella vita sociale, è necessario dare completa attuazione alla legge regionale 3 ottobre 1997, n. 72 (Organizzazione e promozione di un sistema di diritti di cittadinanza e di pari opportunità: riordino dei servizi socioassistenziali e socio-sanitari integrati) per quanto concerne i percorsi d’inserimento lavorativo, scolastico e sociale ed assicurando le necessarie forme d’integrazione e coordinamento con quelle più propriamente assistenziali e riabilitative.
Occorre a tal fine aggiornare i criteri di valutazione dei bisogni, dalla fase d’accertamento a quella progettuale e differenziare il ventaglio dell’offerta con particolare attenzione alla sua appropriatezza rispetto alla domanda.
Principi fondamentali di riferimento sono:
– assicurare la presa in carico del soggetto in funzione della unitarietà dell’intervento;
– dare continuità al percorso assistenziale attraverso l’individuazione di specifiche responsabilità degli operatori;
– ridefinire le modalità di compartecipazione sanitaria e sociale in relazione ai centri assistenziali diurni, alla luce dell’Atto di indirizzo di cui al d.p.c.m.14 febbraio 2001, secondo i criteri definiti al paragrafo 4.3.4.;
– coordinare i servizi ai quali la persona disabile intende accedere, per garantire la piena realizzazione del piano individuale di recupero ed inserimento;
– definire le modalità di valutazione del grado di raggiungimento dei risultati e della qualità degli interventi;
– promuovere l’applicazione delle normative regionali sul superamento delle barriere architettoniche e per facilitare la mobilità dei soggetti disabili.
b) Impegni per il triennio
Le aziende unità sanitarie locali si impegnano a:
– confermare gli organi tecnici gruppo operativo interdisciplinare funzionale e gruppo operativo multidisciplinare (GOIF, GOM), le procedure e gli strumenti d’intervento progetto abilitativo riabilitativo globale (PARG) previsti dalla legge 5 febbraio 1992, n. 104 (Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate) e dal progetto obiettivo “handicap” 1999-2001;
– rivedere la struttura funzionale di coordinamento e gestione operativa dei piani assistenziali individuali, per garantire l’apporto sinergico delle distinte competenze professionali, il collegamento organico tra prestazioni sociali e sanitarie ed il rapporto organico tra il momento gestionale e quello di programmazione e destinazione delle risorse a livello di zona-distretto;
– individuare percorsi assistenziali in ordine alle disabilità croniche con ridefinizione dei servizi d’assistenza residenziale e diurna;
– assicurare l’assistenza domiciliare e promuovere, dove possibile, la vita indipendente del cittadino disabile, sinergicamente con gli interventi sociali previsti nelle azioni del Piano regionale integrato sociale 2001 per la vita indipendente e il “dopo di noi”; saranno valorizzate modalità, anche sperimentali, d’offerta di prestazioni economiche equivalenti alla quota sanitaria dei servizi residenziali, alternative, su scelta dell’interessato, ai servizi residenziali medesimi, al fine di favorire il mantenimento alla vita autonoma a domicilio dei soggetti disabili riconosciuti gravi.
La Giunta regionale adotta i provvedimenti di seguito indicati:
– direttive per la ridefinizione del sistema dei servizi a favore dei disabili, in riferimento ai criteri e agli indirizzi contenuti nel d.p.c.m. 14 febbraio 2001 sull’integrazione socio sanitaria e ai livelli d’assistenza socio sanitaria, di cui all’allegato 3;
– definizione e approvazione delle linee guida per sperimentare, dove è possibile, la “vita indipendente” della persona disabile.
c) La disabilità neuropsichica.
La disabilità neuropsichica richiede considerazioni particolari sia per le peculiarità della patologia che per la tradizione di solidarietà che caratterizza la Regione Toscana.
Nell’ambito della disabilità neuropsichica la Regione Toscana riconosce la specificità della disabilità intellettiva, in quanto essa incide in maniera pesante su tutte le abilità personali e quindi sull’autonomia e capacità di rappresentarsi dell’individuo.
Negli ultimi anni è stata utilizzata la metodologia della concertazione con le associazioni e le fondazioni non profit che, storicamente, hanno costituito la rete dei servizi in favore delle persone disabili.
La scelta d’assicurare alle persone con grave disabilità interventi qualificati per tutta la vita, in linea con i principi di solidarietà sociale e con quanto ormai consolidato a livello scientifico, ha consentito alla Regione Toscana, diversamente da altri modelli regionali, di garantire anche agli interventi a durata indeterminata, le risorse tecnico professionali proprie della fase di riabilitazione estensiva.
Nel quadro delineato occorrono ulteriori interventi tra cui il passaggio delle residenze assistenziali per disabili ad una fase d’accreditamento e la sperimentazione del modello di Comunità Alloggio, procedendo, parallelamente, all’adeguamento e classificazione dei servizi sorti sulla base delle precedenti normative.
All’interno di questi indirizzi gli accordi sviluppati tra la Regione, le aziende unità sanitarie locali e il coordinamento dei centri di riabilitazione hanno portato questi ad essere partner riconosciuti e pienamente inseriti nella rete dei servizi delle aziende unità sanitarie locali, consolidando la continuità dei medesimi ed i relativi legami territoriali. La Giunta regionale adotta gli schemi di percorso assistenziale per la persona disabile.
“Indicazioni programmatiche integrate con l’assistenza riabilitativa, per lo sviluppo, nel triennio, delle politiche socioassistenziali e riabilitative verso la persona disabile”
Confermando l’obiettivo di finalizzare gli interventi al raggiungimento della massima autonomia ed integrazione della persona disabile nel contesto familiare e nella vita sociale, la Giunta si impegna nell’arco di validità del PSR 2005-2007, ad approvare linee guida e ipotesi di modelli organizzativi integrati che siano coerenti con le finalità ed i contenuti del Piano d’azione, di prossima approvazione, sulla disabilità previsto dal PISR 2002-2004, che ridefiniscano il processo assistenziale nella sua globalità e continuità, ridisegnando le sue caratteristiche fondamentali.
Suddetto atto di indirizzo, costruito con la logica di affermare e realizzare la unitarietà delle politiche di assistenza verso la persona con disabilità, affronterà gli elementi critici del sistema e individuerà azioni mirate finalizzate a:
– attuare strategie educative per il mantenimento dell’autonomia e dell’autosufficienza residua unitamente all’eventuale recupero degli esiti invalidanti;
– aggiornare i criteri di valutazione dei bisogni, dalla fase di accertamento a quella progettuale, ricavando dall’ICF, attraverso un percorso sperimentale in tutto il territorio regionale con il coinvolgimento dei servizi assistenziali e riabilitativi, criteri di approccio multidimensionale e modalità di progettazione integrata che permettano anche di riflettere sui modelli organizzativi territoriali toscani;
– monitorare le procedure di valutazione da parte dei nuclei distrettuali, dello stato funzionale delle persone con problemi di disabilità all’interno dei percorsi di presa in carico integrata (sociale e sanitaria);
– rivedere i requisiti organizzativi e dimensionali delle strutture residenziali e semiresidenziali in ordine alle loro finalità riabilitative e socio assistenziali;
– garantire la riabilitazione del disabile in forme appropriate per mantenere e potenziare le sue capacità residue, limitando le inevitabili complicanze;
– orientare il governo dei percorsi socio riabilitativo assistenziali per persone pluridisabili e pluriminorati con gravità e l’individuazione di riferimenti regionali per la programmazione a livello di Area Vasta;
– avviare azioni innovative e sperimentali nell’ambito della “demotica”;
– dare disposizioni in ordine ai processi autorizzativi e d’accreditamento per le strutture e i servizi assistenziali pubblici e privati per disabili, con l’identificazione di parametri strutturali ed organizzativi di riferimento, idonei alla realizzazione dei programmi individuali d’assistenza e d’inserimento e reinserimento sociale.

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Allegato 1 – I livelli di assistenza

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1.6 – MEDICINA LEGALE
PRESTAZIONI O ATTIVITA’

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Attività di informazione, accertamento, valutazione e certificazione in ambito di tutela di portatori di menomazioni relativamente agli stati di invalidità e di portatore di Handicap.
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1.7 – MEDICINA DELLO SPORT
PRESTAZIONI O ATTIVITA’
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Certificazioni di idoneità allo sport agonistico rilasciate ai minori di anni 18, ai portatori di handicap e agli esenti totali, secondo quanto previsto dalla normativa regionale vigente.
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2.1.2 PEDIATRIA DI LIBERA SCELTA
PRESTAZIONI O ATTIVITA’
Tra i compiti del pediatra, previsti dagli accordi nazionali e regionali, rientrano in questo livello di assistenza:

– il controllo dello sviluppo fisico, psichico e sensoriale e la ricerca di fattori di rischio con particolare riguardo alla individuazione precoce di handicap neurosensoriali e psichici (bilanci di salute), secondo i metodi e i tempi previsti dagli accordi regionali

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2.4.3 ATTIVITA’ DISTRETTUALI
PRESTAZIONI O ATTIVITA’

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Trasporti sanitari per anziani non autosufficienti, dializzati, handicap, hanseniani

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2.5 – RIABILITAZIONE
2.5.1 RIABILITAZIONE FUNZIONALE
PRESTAZIONI O ATTIVITA’
– Predisposizione del progetto riabilitativo individuale e dei relativi programmi.
– Trattamenti riabilitativi di contenuto generico o specifico, a seconda delle necessità conseguenti alla patologia anche consolidata, erogati in regime domiciliare, ambulatoriale, semiresidenziale e residenziale quando non compresi in altri livelli del macrolivello “assistenza territoriale”.
2.5.2 ASSISTENZA RIABILITATIVA SANITARIA E SOCIOSANITARIA ALLE PERSONE CON DISABILITA’ FISICA, PSICHICA O SENSORIALE
PRESTAZIONI O ATTIVITA’
– Formulazione dei progetti abilitativi riabilitativi globali e dei relativi piani di intervento.
– Erogazione, in forma coordinata ed integrata, di prestazioni di assistenza diretta alla persona, assistenza infermieristica, riabilitazione funzionale, di consulenze specialistiche, in ambito domiciliare (individuale e collettivo), ambulatoriale, semiresidenziale e residenziale, ed in altri spazi di vita.
– Prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione e prestazioni sanitarie a rilevanza sociale di cui al d.p.c.m.14 febbraio 2001 a favore di disabili psichici fisici e sensoriali
2.5.3 ASSISTENZA PROTESICA
PRESTAZIONI O ATTIVITA’
– Fornitura delle protesi e degli ausili tecnici inclusi nel Nomenclatore – tariffario (DM 332/1999), di cui all’ultimo comma dell’art. 26, legge 23 dicembre 1978, n. 833 (Istituzione del Servizio sanitario nazionale).
2.5.4 ASSISTENZA TERMALE
PRESTAZIONI O ATTIVITA’
– Prestazioni idrotermali, di cui all’art. 36 legge 23 dicembre 1978, n. 833 (Istituzione del Servizio sanitario nazionale) relativamente al solo aspetto terapeutico, erogate nei limiti e con le modalità previste dalla normativa vigente e dagli accordi stipulati annualmente a livello nazionale tra i rappresentanti della parte pubblica e delle aziende termali.

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3. IL RIORDINO DEI PRESIDI TERRITORIALI
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3.2. Le strutture per disabili
Il programma consiste nella realizzazione di residenze per dimessi dagli ospedali psichiatrici, funzionali alla totale riconversione degli stessi, ed al completamento della rete di strutture alternative e di strutture residenziali e semiresidenziali psichiatriche e per disabili.
Nel complesso, le risorse impegnate nel programma ammontano a oltre 19 milioni di euro per la quasi totalità finanziate con fondi a carico dell’art. 20 legge 67/88, che risultano utilizzate per oltre il 76%.

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